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Non è mai troppo. (Forse)

Oggi voglio occupare questo spazio per rispondere ad una lettrice accorata ed affezionata che però vive un momento difficile. Va bene fare scorte di leggerezza e di ironia, ma possiamo anche attivare un confronto serio su vicende personali che possono capitare ad ognuno di noi appassionati di Padel.

Giovanna, nome di fantasia, ci scrive in piena notte, addolorata.

“Vivo una sensazione bruttissima, come quella che si prova quando mi fanno il pallonetto e io corro, corro, ma lui arriva proprio nell’angolo e muore lì, rimbalzando di 7 cm da terra, ed io ormai sono arrivata faccia al vetro, manco so come impugnare la racchetta per risollevare sta benedetta pallina. Sto per accovacciarmi e provare a colpire forse ancora soltanto per darmela in faccia, ma niente. Rimango spiaccicata, spalle al campo, gli occhi addosso delle altre 3 giocatrici, anche loro madri di famiglia, ma ciò nonostante due sghignazzano divertite e la terza, la mia compagna Nostradamus ribadisce “te l’avevo detto quando è partita che moriva là”.

Ecco è così che si sente Giovanna, in un angolo, non riesce ad uscirne.

Giovanna ha confessato al suo maestro di Padel che nutre verso di lui non solo stima, ma anche qualcosa di più. E il maestro, che chiameremo Giovanni con un nome di fantasia, ha purtroppo approfittato di questa situazione ed oggi ogni lezione di Giovanni costa a Giovanna 85 euro all’ora. Lei non può farne a meno, lui ha già dato l’anticipo per un fuoribordo da 27 piedi.

Giovanna accetta tutte le partite che il suo circolo le propone come “confezionate su misura”.

Giovanna accetta tutti gli inviti delle amiche di Padel, di qualunque età e livello. Il numero di gonnellini è leggings da gioco ha ampiamente preso il sopravvento nel suo armadio e alcuni modelli con cui si sente particolarmente fica sono nascosti nel cassetto dei calzini in camera dei figli.

Insomma il Padel è la nuova ludopatia? Cosa possiamo dire a Giovanna?

Giovanna innanzitutto usa i fiori di Bach, ti faranno bene, mettili tutti che è meglio. Renditi conto per la differenza tra vibora e bandeja se ne parla tra un paio d’anni, fai lezione massimo una volta al mese, fai massimo 4 partite a settimana, di cui una con gente più scarsa per alimentare necessariamente l’autostima (meglio prima del week end), una con gente più forte (che sì ti deprimi, ma impari un sacco, questa in mezzo alla settimana), le altre due fatti ispirare all’umore. Ecco Giovanna, ci vuole equilibrio.

E ci vuole pure un profilo fake su playtomic con cui fai le altre 3 partite settimanali (mai un giorno senza giocare!), con cui potrai verificare in piena notte se mai qualcuno chiedesse una destra brava in zona Flaminia e con cui potrai contattare in segreto Gustavo per una lezione fuori budget da pagare assolutamente in contanti.

Ma come facevi prima a giocare tre sere a settimana a Burraco ?!?!?!?

Scritto da:
UMDP (Uscito Malissimo di Parete)

Bio:
Pseudonimo di un acuto osservatore che pascola tra i campi da padel di tutta Italia studiando da vicino le varie sfumature di questo dilagante fenomeno psico-sociale che è diventato padel.

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